“Prendersi cura dell’ anima”. Queste sono le parole che descrivono l’etimologia del vocabolo “psicoterapia”, una definizione con un profondo e complesso significato.
Chi si avvicina a questa modalità di cura riconosce di avere un’ anima in qualche modo offesa, confusa, caotica, fragile.
Alla domanda “Perché non stai bene?”, razionalmente non sanno dare una risposta, né a se stessi, né agli altri.
Si trovano a vivere con risposte studiate, collaudate nel tempo e rassicuranti, comode da dare, seppur falsate e non corrispondenti alle autentiche origini del loro malessere.
La conseguenza è spesso una vita disallineata dai propri intenti, desideri, talenti, ambizioni, piaceri.
Ritornare alle domande di partenza, generate perlopiù in età adolescenziale, che ritornano in età matura se non hanno ottenuto parole di riposta soddisfacenti, “Io chi sono?”, “Cosa amo nella vita?”, “Quali sono i miei sogni?” è un primo importante passo di consapevolezza per poter essere i generatori del proprio presente e di conseguenza gli artefici del cambiamento dalla situazione di disagio che si sta vivendo, talvolta con passività, con rassegnazione.
Prendere tra le mani se stessi, con tutte le parti che si riescono a trovare, a volte frammentate, altre unica massa compatta e impenetrabile, per portarsi all’altro (il terapeuta), per darsi la possibilità di vedere, di spiegare e di ricostruire.
Immaginiamoci un libro, già scritto in parte, si vede che le pagine dei primi capitoli sono già consumate, “vissute”, quelle seguenti sono intatte, lisce, senza alcuna piega o apertura. Aprendo il libro nelle prime pagine si conferma quanto supposto, ci sono fitte le parole a definire i paragrafi, i capitoli, ci sono immagini, schemi, oppure spazi vuoti, macchiati, in alcuni punti la scrittura è chiara, ben definita, nitida, in altri ci sono sbavature di inchiostro, cancellature, frasi sfocate o redatte in una lingua non comprensibile.
La curiosità mi porterà e ci porterà ad aprire sia i capitoli consumati dal tempo, sia le pagine intonse, oltre alla data del presente e facendolo ci si stupirà della purezza che racchiudono quelle pagine, completamente vuote, ma piene del loro aspetto tridimensionale, in divenire, le cui sfumature e i contenuti cambiano in continuazione, fino ad assestarsi a una forma, per poi assumerne un’altra e così via...
È possibile scrivere, in ogni momento, un nuovo capitolo di quel libro.
È possibile avanzare con la propria storia, ogni giorno, ogni ora, ogni qualvolta si scelga, si parli o si prenda una decisione per se stessi.
Dott.ssa Eva Bassanese
Psicologa Psicoterapeuta a Venezia Mestre (VE)